world of darkness

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lunedì 24 giugno 2013

Racconti del grottesco (Edgar Allan Poe)

Eccomi!!
Finalmente riesco ad aggiornare con un nuovo post il nuovo blog (scusate il gioco di parole).
Spero di non avere con questo i problemi da sclero totale che mi hanno portato ad abbandonare e a cancellare l'altro, ma nutro buone speranze :D Comunque sia credo di essere riuscita a crearmelo abbastanza come volevo, anche perché ho portato con me la bambolina con gli spilli, che per la cronaca faceva parte del tema del blog precedente. Senza quella avrei potuto non sentirmi a mio agio.

Ma a parte tutte le solite cavolate che dico (e ultimamente ne sto dicendo più del solito, mi sa che quarantotto ore settimanali in negozio fanno molto ma molto male alle salute :D:D:D), mi sono finalmente decisa ad aggiornare (o meglio, ne ho trovato il tempo), per postare un nuovo commento a un libro.

Oddio, nuovo mica tanto, visto che questa lettura risale al dicembre scorso. Questo è stato l'ultimo libro del 2012, anche se, devo ammetterlo, l'ho concluso nei primi giorni del 2013. Ma lo considero comunque una lettura dell'anno scorso. Chissà quand'è, dato che siamo già a fine giugno, che inizierò a postare i commenti dei testi sfogliati quest'anno? Meglio non pensarci, dato che pare grave.

Ma smettendola di parlare per niente, ecco il suddetto commento. E questa volta non è propriamente positivo.

RACCONTI DEL GROTTESCO

Di Edgar Allan Poe


Se devo essere proprio sincera sincera sincera, questo è il libro che più mi è pesato leggere tra quelli sfogliati in tutto il 2012; non per niente raggiungere l’ultima pagina è stata davvero una faccenda lunga e impegnativa. Francamente ho letto racconti migliori di quest’autore, come per esempio Il pozzo e il pendolo, Il cuore rivelatore e Il gatto nero; tra i racconti del grottesco devo dire di averne trovati molti che non mi hanno detto assolutamente niente oppure non ho proprio capito.
Non tutti, chiaramente. Ce ne sono alcuni che ho davvero apprezzato.
Cominciamo dal principio; il primo racconto è Il duca de L’Omelette. Di questo non ho capito praticamente niente, più che altro a causa della gran parte di battute (del protagonista) o frasi riportate in francese senza traduzione. Ho inteso soltanto che il duca in questione è morto (non so come) a causa di un ortolano (mi pare ci fosse anche un uccello da qualche parte) e che infine si ritrovi all’inferno a giocare a carte con il diavolo, credo, per la salvezza della sua anima o qualcosa del genere.
Segue Storiella ebraica, di cui ricordo poco e che non mi era piaciuta particolarmente. Poi c’è Senza fiato, racconto che porrei in una via di mezzo tra quelli apprezzati e quelli no, dove un tizio perde assurdamente il proprio fiato durante un litigio con la moglie, e questo lo porterà a vivere esperienze una più grottesca dell’altra, fino a giungere ad essere sepolto vivo per uno scambio di persona e ad essere tirato fuori dal sepolcro solo per puro caso.
Bon-bon è uno dei racconti che ho preferito, dove il protagonista, Pierre Bon-bon, tiene una particolare conversazione serale con il principe delle tenebre (presente in vari di questi racconti), improvvisamente materializzatosi a casa sua, ubriacandosi sempre di più. Piccola nota a proposito di questo racconto: a un certo punto il diavolo tira fuori alcune delle sue liste, in una della quale si legge di sfuggita una parte di nome, Robesp…, piuttosto comprensibile.
Lionizing tratterebbe la bislacca vicenda di un uomo dal naso grosso esperto in nasologia, ma sinceramente non ricordo dove vada a parare.
Re Peste è un altro racconto che non mi è dispiaciuto, tratta di due marinai ubriachi, a Londra, che finiscono nella zona della città nella quale non si potrebbe accedere per via delle epidemie di peste, e che dovrebbe essere disabitata, ma che invece si rivela essere la dimora dell’assurda famiglia reale (capeggiata appunto da Re Peste) del luogo (e forse unica famiglia che lo abiti, in effetti) composta da individui, tutti in possesso di qualche orrenda caratteristica fisica.
Di Quattro bestie in una ricordo soltanto che non l’avevo capito; Mistificazione, che considero una via di mezzo tra quelli apprezzati e quelli no, tratta di uno scherzo a proposito del duello.
Come si scrive un articolo “da Blackwood” (una rivista dell’epoca) e La falce del tempo sono strettamente correlati, in quanto nel primo troviamo la protagonista, tale signora Psyche Zenobia, decisa a ricercare consigli dal direttore del Blackwood affinché possa scrivere un articolo (racconto) per suddetta rivista nel modo migliore possibile. Il direttore le fa prendere appunti, consigliandole soprattutto alcune particolari citazioni in lingue straniere o modi di dire. La falce del tempo è appunto l’articolo (racconto) che miss Zenobia scrive per il Blackwood, dove tutte le citazioni consigliatele dal direttore della rivista sono grottescamente sbagliate e travisate. Per di più la storia è assurda a dir poco, dato che la falce del tempo sarebbe la grande lancetta del grande orologio di una chiesa sotto la quale si incastra la testa della protagonista (la stessa Psyche Zenobia), che ha voluto guardar fuori da una finestrella della suddetta chiesa, trovandosi proprio in concomitanza della lancetta.
Il diavolo nella torre l’avevo già letto in precedenza, in un’altra raccolta di racconti dell’autore, e già la prima volta non mi aveva detto niente.
Segue Perché il piccolo francese porta la mano al collo, una storiella simpatica e divertente dove il protagonista, ospite a casa della donna che vorrebbe corteggiare, si ritrova convinto di stringerle il mignolo dietro la sua schiena, considerando il gesto come una risposta affermativa al suo amore. Presente nella stanza è anche il piccolo francese, anche lui intenzionato a fare la corte alla dama.
Quando poi questa si alza in piedi, si scopre che in realtà erano i due uomini, senza essersene resi conto, a starsi stringendo reciprocamente il mignolo. E il motivo per il cui il piccolo francese porta la mano al collo è che il protagonista avrebbe approfittato per stritolargli per benino il dito.
Non bisogna scommettere la testa col diavolo è una raccomandazione piuttosto esplicita che spiega facilmente il contenuto del racconto. Il protagonista ha la brutta abitudine (e pare ne abbia parecchie) di finire ogni frase dicendo “ci scommetto la testa col diavolo”. Un giorno sfiderà l’amico che lo accompagna (lo stesso narratore del racconto), scommettendo la testa col diavolo di poter saltare un cancelletto. L’amico non accetta, ma un misterioso uomo (siamo sicuri?) venuto dal nulla lo fa. Dopo la rincorsa e il salto, il malcapitato si accascia a terra privo di capoccia.
Anche Gli occhiali è uno dei racconti che ho apprezzato maggiormente tra quelli riportati in questo libro: il protagonista ha un serio difetto visivo, ma si rifiuta categoricamente di portare gli occhiali, dissimulando sul suo deficit. Un giorno vede una donna bellissima mentre assiste a una rappresentazione teatrale, e decide di doverla assolutamente conoscere, anche perché, parlando con amici e conoscenti, ha scoperto essere una vedova. Da notare, per questo passaggio, che la signora di cui l’uomo si è infatuato viaggia sempre insieme ad una ragazza più giovane.
Il tizio in questione corteggia segretamente la dama, la quale accetta e pare ricambiare il suo amore, nonostante definisca sconveniente il fatto di essere più vecchia di lui; infine decide comunque di sposarlo, chiedendogli però in cambio di fare qualcosa per lei.
E questo qualcosa avviene dopo le nozze: lei domanda al novello marito di indossare gli occhiali di cui ha bisogno. Quando l’uomo esegue la richiesta, si rende conto che la donna che ha sposato è ben lungi dall’essere bella come la credeva lui: era piuttosto anziana e per di più una sua lontana parente.
Ma niente paura, perché era tutto uno scherzo e le nozze non erano avvenute realmente.
Il protagonista, comunque, sarà sempre d’accordo sull’idea di portare gli occhiali onde evitare spiacevoli conseguenze.
La burla del pallone non l’ho capito, dato che pare semplicemente esporre il resoconto veritiero di un viaggio in mongolfiera.
L’angelo del bizzarro è un altro dei racconti che ho apprezzato: tratta dell’alcol e dei suoi effetti, presentando questo strano personaggio, appunto l’Angelo del bizzarro, sotto forma di una figura grottesca fatta di bottiglie, con l’accento tedesco, che redarguisce l’ubriacone protagonista circa la sua condotta, per poi vendicarsi di lui sul finale.
La millesima seconda notte di Sherazade non l’ho proprio capita, ma forse per questo si deve aver letto le Mille e una notte.
Il sistema del dott. Catrame e del prof. Piuma è forse il miglior racconto tra tutti: il protagonista di questa vicenda decide di visitare, durante un viaggio, una rinomata casa di cura. Viene presentato da un amico al direttore della stessa, quindi invitato a pranzo da questo prima che si effettui la visita della struttura. Il protagonista è interessato a sapere di più circa il metodo che ha reso così famosa la casa di cura, chiamato “metodo della dolcezza”, che consisteva nell’assecondare il più possibile le manie dei malati, il quale però è stato accantonato per motivi di impraticabilità, e sostituto da un nuovo metodo più efficace (secondo il direttore) pare ideato da questi dottor Catrame e professor Piuma. Il pranzo, però, si svolge in una situazione piuttosto stranuccia: tutto è caotico e alla rinfusa e i commensali, individui dall’apparenza piuttosto eccentrica (definiti membri del personale della struttura dal direttore), finiscono con il parlare ognuno di un ex paziente, spiegandone la mania, per poi mettersi a imitarlo. Ma l’aspetto più fenomenale del grottesco appare alla fine, quando, sul finire del pranzo, irrompe nella sala da pranzo una ventina di individui, tutti coperti di catrame e piume, che risultano poi essere l’effettivo direttore e il personale della casa di cura, divenuti da un mese prigionieri dei pazienti. Colui che il protagonista aveva conosciuto come il direttore della struttura lo era effettivamente stato in passato, prima che impazzisse e venisse rinchiuso nel manicomio come paziente.
Il diario di Julius Rodman è il racconto più lungo presentato in questa raccolta. È il resoconto di una spedizione avvenuta nella zona inesplorata delle Montagne Rocciose del Nord America, presentato sotto forma di diario, per l’appunto, da tale Julius Rodman. Si raccontano le avventure sue e dei suoi accompagnatori, dei contatti a volte amichevoli, a volte decisamente no, con gli indigeni della zona e della gioia che prova il protagonista nell’esplorare queste zone del paese ancora sconosciute e di estrema bellezza naturalistica. Non so esattamente che cosa lo renda un racconto del grottesco, comunque come storia in sé è stata abbastanza interessante, sebbene sia incompleta.
Il libro si chiude con Le terre di Arnheim, quello che io ho trovato il peggiore e più noioso racconto tra tutti: sia nella descrizione iniziale del personaggio, sia in quella seguente del luogo che raggiunge, non vedevo semplicemente l’ora di giungere all’ultima pagina e non sentirne più parlare.
Se dovessi dare un voto complessivo a quest’opera non andrei oltre il sei e mezzo, forse starei anche un po’ più bassa. Sicuramente il problema è mio più che dell’autore, data la mia scarsa propensione a questo genere di racconti; ero certa comunque, inizialmente, che li avrei apprezzati di più, soprattutto conoscendo scritti come quelli che ho citato inizialmente. 
Concluderei nominando quindi i racconti, a mio avviso, più meritevoli del libro: Bon-bon, Gli occhiali, L’Angelo del bizzarro, Il sistema del dott. Catrame e del prof. Piuma e Il diario di Julius Rodman.

***

Grazie a chi leggerà per la santa pazienza di sopportare le mie cavolate.

*lady in blue*

2 commenti:

  1. Ciao eccomi con la mia solita santa calma!
    Allora prima di tutto adoro la nuova modifica al nuovo blog con il micetto è proprio molto caruccio. Mi ricorda la mia cucciolotta, anche se non è più tale eh eh...:D E poi i gatti neri hanno il loro fascino.
    Ok dopo commenti sullo sfondo passiamo al post in se, dai che ce la posso fare.
    Io i racconti del grottesco di Poe non li ho decisamente mai letti, anzi in realtà non avevo mai considerato l'idea di farlo. Di Poe ho letto e apprezzato i racconti del terrore, che anche se lontani da terrorizzarmi erano parecchio interessanti, tranne uno che mi domano lo scopo di averlo scritto, visto che capisco l'inquietudine, anche se non capisco come possa derivare da un orologio ma dettagli.
    Comunque come al solito sto divagando, allora visto che non ne ho letto nessuno ti dico tra quelli che hai nominato quali mi hanno attirato di più: quello di bon bon, sia solo per il nome del mio povero piccolo, quella degli occhiali che sembra graziosa e quella di non scommettere la testa col diavolo da quello che hai detto mi paiono i più carini. Altri interessanti potrebbero essere Re Peste e forse quello dei mignoli. Però non avendo letto non so dire.
    Quanto gli altri da ciò che hai detto non mi han proprio detto molto, anche se devo sottolineare l'intelligenza di scrivere un racconto con intere frasi in francese senza traduzione, ora capisco tutto.. ma se qualcuno non sa la lingua mi sa che si trova in un bel problema se desidera capire il racconte, almeno come note della traduzione potevano starci.. ma dettagli.
    Mi affascina inoltre la figura del principe delle tenebre nominata, magari potrei informarmi.. potrebbe essere interessante.
    Quanto al citato cuore rivelatore e il gatto nero li ho apprezzati anche io come mi è piaciuto molto quello di casa huster o qualcosa del genere.. che forse è stato il più carino.
    Vabbè ok ho detto troppe cavolate, ti ringrazio di questo commento anche se non propriamente positivo, alla fine ci vogliono anche questi eh eh:D
    Ti saluto va..
    Au Revoir
    Pry o Mir.

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  2. Ciao!! Vai tranquilla e grazie del commento :)
    Come al solito ho scoperto tanto per caso (sì, perché sono intelligente e all'inizio non l'avevo notato) che si poteva caricare un'immagine come sfondo...così ho provato con questa dei gatti neri, che sia mai possano mancare, eh eh...e effettivamente il risultato mi è piaciuto parecchio :D:D tanto bellini i gatti neri!!
    Io di Poe, prima di questo, avevo solo letto una breve raccolta di racconti vari, quindi quelli del terrore mi mancano, tranne quelli contenuti in quella stessa raccolta, ovviamente...tipo quelli che hai nominato tu non li ho letti...quelli del grottesco, sì, mi hanno lasciata un po' perplessa, anche se non tutti...il fatto poi che il primo fosse pieno di frasi in francese senza traduzione...non l'ho capita neanche io, ma a quanto pare non è una novità...ho trovato la cosina già in altri testi, ma se in altri casi magari si tratta solo di qualche citazione, qui c'è tutto il senso del racconto, che a una come me che è tanto se capisce il senso di bonjour, diventa totalmente oscuro...ho pensato che comunque possa trattarsi di un difetto di questa edizione, magari in altre sono stati più intelligenti e hanno messo le note con le traduzioni, bah...
    Comunque temo possa capitare di imbattersi in un libro che non risulta così apprezzato come si pensava all'inizio...e beh, non può piacere tutto :D:D e alla fine non mi sembrerebbe sensato commentare solo i testi che mi colpiscono positivamente, meglio farlo con tutto, eh eh...

    Tranquilla, niente cavolate :)
    Ti ringrazio ancora del commento!!

    Ci si sente

    *lady in blue*

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