world of darkness

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venerdì 14 giugno 2013

Il Gomitolo d'Oro (Rosanna Maggio)

Originariamente postato sul vecchio blog l’8 agosto 2012

Circa un’ora e mezzo per leggero.
Un’ora e mezzo di un viaggio. Un piccolo grande viaggio, dove il punto di partenza non è un vero inizio, perché si trova nell’Infinito, e dove l’arrivo non è una vera fine, perché anch’esso fa parte dell’Infinito, dell’Eterno, del Bene, dell’Uno.
Il viaggio di un frammento che si fa punto, linea, corpo … Piccolo Uomo.
Il frammento si stacca dall’Infinito, dall’Uno, e si avvia verso il mondo del Due, dell’Imperfetto, del Cielo e della Terra, del Sole e della Luna. degli opposti.
Dell’Uomo. E della Donna.
E il Piccolo Uomo, fin da quando comincia a essere corpo, con sé, stretto al petto, ha un Gomitolo d’Oro, il suo Gomitolo d’Oro, che lo rassicura, gli fa avere meno paura. E più avanti gli servirà.
Il Piccolo Uomo compie il suo viaggio passo per passo, piano piano, scoprendo di volta in volta qualcosa di nuovo, avvicinandosi al mondo del Due, ma continuando a portare in sé qualcosa dell’Uno, dell’Infinito, perché ancora non è tempo di dimenticare, di staccarsi del tutto. Per il momento non è altro che un Tre: il Figlio. E in lui esiste tutto.
I primi suoni che sente, al sicuro nel suo nido, sono il battito del cuore e il respiro di sua madre; una musica dolce e armoniosa a cui si unirà poi il battito del suo stesso cuore, rendendoli un po’ un tutt’uno, facendo avere al Piccolo Uomo un po’ meno paura.
E il Piccolo Uomo è impaziente di conoscere, toccare, provare … vivere. Il Piccolo Uomo si prepara al momento della nascita. Del Dolore e della Paura che accompagnano inevitabilmente quel momento, ma che  infine conducono alla Gioia.
E così accadrà sempre nella sua vita da Uomo: per arrivare alla Gioia dovrà passare attraverso la Paura e il Dolore. Sempre per cicli. Come i fili di un gomitolo che si arrotolano e intersecano fra loro. Un continuo susseguirsi.
Un susseguirsi Infinito. Per ogni vita.
E il Gomitolo d’Oro è sempre stretto al petto del Piccolo Uomo.
Poi avviene la nascita, l’esplosione della Paura e del Dolore. Per il Piccolo Uomo. Per la madre.
E l’espolosione della Gioia. Di nuovo per entrambi.
Come sarà sempre.
E così, piano piano, inizia un nuovo capitolo, una nuova via da seguire. Anche se in fondo è un po’ sempre la stessa.
C’è il bambino. Il Tre. Che ha in sé ancora un po’ di Uno, di Infinito, eppure è già nel mondo del Due, e imparerà in fretta a conformarsi con esso. Perché il Due ormai è ovunque intorno a lui, a partire dal padre e dalla madre.
Gli Imperfetti. A cui lui, che ancora qualcosa sa dell’Infinito, dovrà portare un po’ di coesione, un po’ di totalità.
Perché finché il Figlio è il Tre può dare molto più di quanto riceva, anche se sembra soltanto indifeso e bisognoso di tutto.
Il Tre restituisce al Due qualcosa dell’Uno. Almeno per un po’.
Perché la crescita non si arresta, è inevitabile e, con la memoria e le esperienze, il sopraggiungere dell’ego, della consapevolezza terrena, l’Uno si affievolisce fino a non essere più ricordato.
Ma c’è ancora il Gomitolo d’Oro. Sempre lì. Anche quando madre e padre cominciano ad allontanarsi. Anche dopo tante scoperte.
Quel Gomitolo d’Oro che al momento del primi passi è come sostenuto, da un capo e dall’altro, dal padre e dalla madre, così come questi tengono le mani del bambino, a formare un nuovo Tre.
Ma appunto, poi tutto si allontana. Ci si rende conto che questa esistenza terrena è un po’ come una rappresentazione teatrale; ognuno ha la sua, ma interagisce in quella degli altri. Ognuno è protagonista della propria opera.
Da qui si va avanti, ormai radicati a fondo nel mondo del Due, solo con la consapevolezza degli opposti, del Giudizio: il brutto, il bello, il buono, il cattivo, il giusto, il non giusto. E si giudica tutto, anche il padre e la madre, che sembrano tanto Imperfetti e paiono all’Uomo non più tanto Piccolo come la causa delle stesse sue Imperfezioni.
Ma c’è sempre il Gomitolo d’Oro a fare da guida. A dare sicurezza. A legarsi ai sogni, alle stelle lontane. Non tutte saranno raggiungibili davvero, ma il filo dorato vi si connette comunque.
E tutto prosegue: arriva l’amore, il momento della preghiera, lo smarrimento, il rischio di lasciarsi indietro il Bene e addentrarsi per le vie del Male. Il Male che non è il contrario del Bene, ma è la mancanza di coraggio di seguire la strada di quest’ultimo. La mancanza di coraggio per aiutarsi e farsi aiutare.
E il Gomitolo d’Oro si rimpicciolisce piano piano, legato a tante stelle, tanti sogni, fino a quanto arriva il momento della vecchiaia.
Fino a quando l’anziano non è pronto per tornare all’Infinito, richiamato da quel personaggio apparso più volte nella sua rappresentazione, ma che non si è mai fermato da lui. Quella donna che dolcemente gli dice che è ora di andare, che lo conduce di nuovo a casa, all’Infinito, all’Eterno, all’Uno. Ma non per sempre, no. Solo per un po’.
Perché è tutto un ciclo. Perché dall’Infinito si staccherà di nuovo come frammento per scivolare verso il Finito, e poi sarà ancora una volta a casa nell’Infinito. Un ciclo.
Forse è proprio questo ciclo che forma il Gomitolo d’Oro. Perché ce lo si domanda: Che cos’è il Gomitolo D’oro? Il groviglio infinito dei sogni? La vita? Sì, penso di sì, ma ci vedo dentro … mi sembra di individuare all’interno … un che di atavico, un miscuglio di esperienze legate insieme dalle vite precedenti, da quelle degli avi, e che permettono al singolo Uomo di farsi strada nella sua vita e portare avanti i suoi sogni.
Ma non è mai finita.
Un bel libro. Diverso, inaspettato, ricercato, ma davvero bello. Anzi, bello proprio per questo.
Una riflessione, un racconto sulla vita dall’inizio alla fine (che non sono vero inizio e vera fine), una sorta di viaggio interiore nell’animo ci ciascun uomo, dove ciò che conta è solo avere il coraggio di proseguire sempre verso il Bene. Di nuovo verso l’Infinito.
Un libro che sicuramente colpisce e che regala qualche attimo di serenità e riflessione.
Un libro che è permesso gustare ascoltandosi.
Un libro scritto da qualcuno che ho conosciuto di persona, anche se anni fa, e che credo non sia affatto scontato.
Poi ognuno può avere la propria personale visione della vita, dell’aldilà, del mondo, questo poco importa.
Basta soltanto non perdersi.
E se si segue il filo del Gomitolo d’Oro, forse questo non avverrà.
Non ho voluto scrivere per questo libro un commento troppo lungo come mio solito (mentirei se dicessi che non ci ho provato), perché mi sono accorta che non aveva senso. Entrare nel dettaglio, cercare di ripercorrere spasmodicamente per filo e per segno ogni pagina del testo gli avrebbe tolto la magia, l’interpretazione personale che ogni lettore potrebbe dargli, e anche il senso.
Meglio lasciare solo una traccia in proposito.
Ad ogni modo è un testo che consiglio a chiunque desideri riflettere, e trovare qualche risposta.
La casa editrice da cui è stato pubblicato è la Fermenti Editore.
E continuiamo il nostro viaggio.

*lady in blue*

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