world of darkness

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sabato 28 febbraio 2015

Doctor Sleep (Stephen King)

Dato che in questo caso non si può contare sul giorno trenta, pubblico oggi l'ultimo post del mese.
Secondo libro letto nel 2014: Doctor Sleep di Stephen King, il seguito di Shining. Ricordo di averlo acquistato sperando in bene, dopo la catastrofica delusione di Joyland, e vi lascio subito al commento in proposito per scoprire se le mie siano state solo vane speranze o meno ;).

Oltretutto, chissà se a breve mi deciderò a prendere in mano il nuovo romanzo dell'autore che mi attende da Natale? Sarà il caso ...



DOCTOR SLEEP
Di Stephen King

Ebbene, signore e signori, pare che il signor King sia rinsavito dopo la balorda botta in testa che l’aveva portato a scrivere quell’obbrobrio di Joyland. Bene, tiriamo un sospiro di sollievo per aver recuperato un ottimo autore, possiamo anche perdonargli un cattivo libro.
Ma dunque, veniamo a questo nuovo romanzo.
Doctor Sleep è il seguito del celeberrimo Shining e no, non assistiamo a nessuna resurrezione di Jack Torrance, ma andiamo a ritrovare il figlio di quest’ultimo, Danny, da adulto.
Anche se non subito.
All’inizio di questa nuova storia è ancora un bambino e alcuni fantasmi provenienti dall’Overlook Hotel tornano a presentarsi a lui anche nella sua nuova vita, rendendo infinito l’incubo. Danny riceverà aiuto, ancora una volta, dall’amico Dick, il vecchio cuoco dell’Overlook, che gli fornirà una speciale difesa contro gli spettri. E questa difesa, alla fine della storia, diverrà la sua … arma.
Ma se Danny è riuscito a liberarsi dei fantasmi dell’Overlook, non è lo stesso per il suo potere, la luccicanza che, sebbene si affievolisca con gli anni, non gli lascia tregua.
E penso che anche il trauma infantile causato dall’albergo e dal dolce papino non siano da trascurare.
Per questo Danny, (ormai troppo grande per il suo diminutivo d’infanzia, che infatti si tramuta nel più adulto Dan), segue amabilmente le orme del padre e diventa un adorabile relitto umano reso una specie di orrida sottiletta a causa dell’alcolismo.
Dopo aver perso numerosi lavori, essere anche finito in galera, e aver vissuto a zonzo per gli Stati Uniti senza mai stabilirsi in un posto preciso (nel frattempo la madre Wendy è morta), una mattina si sveglia a casa di Deenie, una ragazza conosciuta in un bar la sera prima.
Quel che accade quella mattina a casa della ragazza, lascerà Dan traumatizzato e totalmente schifato di se stesso. Ma alla fine lo fa comunque, e fugge.
Dan si porterà dentro per tanti anni il peso di quello che ha visto e quello che ha fatto a casa di quella ragazza, quando ha toccato il fondo, ma non riuscirà a liberarsi molto presto di questo fantasma. Onestamente, senza raccontare in effetti che cosa avviene a casa di Deenie, devo dire che si tratta senz’altro di una cosa orribile, ma non riesco a trovare un motivo per biasimare Dan per quello che ha fatto.
Certo, fa indubbiamente schifo come uomo, è caduto veramente in basso, ma questo riguarda il modo in cui si è ridotto, quello che fa a se stesso.
Non è terribile quel che fa a Deenie, a mio parere. È lei, piuttosto, a disgustarmi profondamente.
Per lo meno Dan si limita a distruggere se stesso, mentre lei … no.
Ma leggere per scoprire.
Dan intraprende quindi un nuovo viaggio. L’ultimo, perché finalmente si fermerà. Si stabilirà finalmente a Frazier, nel New Hampshire, inizierà a lavorare dapprima alla micro città (i giardini pubblici della cittadina) e, a fine stagione, diverrà una specie di inserviente –tuttofare dell’ospizio.
Ma in realtà, alla casa di riposo, Dan diventa molto di più: lui è Doctor Sleep, il Dottor Sonno, colui che aiuta i pazienti nel loro ultimo viaggio, facendoli andare via in pace. Finalmente un buon utilizzo della luccicanza.
A mostrargli gli uomini e le donne che hanno bisogno del suo aiuto, è il gatto Azzie, personaggio secondario ma attrattivo, come ogni buon gatto che si rispetti.
Ma Dan, appena arrivato a Frazier e trovato lavoro alla micro città avrà un altro serio problema da affrontare: il poco simpatico alcolismo. Grazie all’aiuto del nuovo amico Billy e del suo attuale capo, il signor Kingsley, un ex alcolista (non è strano che un ex alcolista abbia un cognome tanto simile a quello dell’autore? Mah … ), riuscirà ad affrontare il problema e comincerà a frequentare gli incontri dell’ AA, gran buon programma se si escludono tutte le boiate religiose che pare propini.
È qui che Dan conosce il dottor John Dalton, aiutandolo a ritrovare una certa cosina perduta, facendogli capire, quindi, di essere in possesso di una qualche strana facoltà.
E Dalton sarà una specie di collegamento tra Dan e un altro importante personaggio della vicenda.
Ma andiamo con ordine.
Perché prima di “conoscere” quest’altro personaggio, ci viene presentato il Vero Nodo, un club davvero stranuccio. Al primo momento viene da dirsi “NOOOO! Il fantasy noooo!!”, ma alla fine tale paura è da considerarsi abbastanza infondata. Certo, si tratta di una setta fantasiosa, ma in definitiva non la definirei esattamente come una trovata da genere fantasy o, per lo meno, la cosa è decisamente mitigata dal resto della storia.
Comunque, i simpaticoni di turno, dall’apparenza innocua e con tutti i documenti in ordine, fanno parte di un gruppo che viaggia per l’America su camper vecchi e scassati alla ricerca di vapore, come loro chiamano la luccicanza, la quale costituisce il loro cibo/elisir per l’immortalità. E in generale, per lo meno la luccicanza “potente” ce l’hanno i bambini e i ragazzini.
Come Bradley Trevor, il tredicenne che impareremo a conoscere come il “ragazzo del baseball” rapito dalla setta per divorare il vapore di cui è costituito. Solo che, perché questo sia più puro, si deve seguire una certa … regola. È, infatti, proprio in concomitanza con la sua uccisione che assistiamo al momento più forte del romanzo, per lo meno per me. Ho trovato la scena piuttosto agghiacciante e impressionante.
Ma come Bradley Trevor, anzi, più del ragazzo del baseball, c’è anche Abra Stone, la bimba, poi ragazzina, in possesso della luccicanza più forte in assoluto.
Abra (che cacchio di nome è? NDR) sarà in grado di mettersi in contatto con Dan fin da piccolissima, inizialmente senza rendersene conto. E anche di prevedere il futuro o di eseguire strani giochetti che spaventeranno i genitori.
Tra le sue previsioni, quando ha ancora pochi mesi, troviamo anche l’attentato dell’undici settembre 2001 alle Torri Gemelle, mostrato ai genitori in maniera velata nei loro sogni. Onestamente non so dire se questa sia stata una scelta discutibile o meno, da parte dell’autore. È pur vero che dovendo mettere in mezzo un anno come il 2001 e, al contempo, una bimba con poteri così forti, l’accostamento tra le due cose risulta in un certo senso indispensabile.
Ma chi lo sa, l’ardua sentenza ai posteri.
Abra, ancora piccola, capterà anche l’uccisione del ragazzo del baseball, ma cercherà di dimenticarsene, fino a quando quella certa casualità non glielo riporterà alla mente, un paio d’anni più tardi, quando sarà un po’ più cresciuta.
Sarà in questo momento che contatterà Dan in maniera finalmente consapevole.
C’è da notare un certo particolare: Abra avrà, anche se poco presente, quel che i suoi genitori definiscono come l’amico immaginario. Stranamente, il suo nome è Tony.
Comunque sia, Abra non è la sola a sentire il Vero Nodo e l’uccisione di Bradley Trevor.
Infatti, anche Rose, soprannominata Rose Cilindro, il capo della setta, percepirà la sua presenza mentre si inzuppa per bene le mani di sangue.
E ovviamente, Abra, con il suo potere stratosferico, è da considerarsi un boccone parecchio prelibato per il Vero Nodo. Ma anche una salvezza, alla fine, visto che la setta si sta infettando a causa di … una piccola rivincita inconsapevole da parte del ragazzo del baseball.
Devo aprire però una piccola parentesi a proposito di un aspetto di questo club di psicopatici: la scelta dei nomi. No, perché tra Rose Cilindro, Nonno Zecca, Papà Corvo, Sam Sozzone e Andi Serpente mi aspettavo soltanto che spuntasse anche Papà Gambalunga.
Ma non sarà soltanto il Vero Nodo a mettersi alla ricerca di Abra. Anche la ragazzina, dal canto suo, vorrà ingaggiare una lotta spietata contro i simpaticoni, in particolare verso Rose, la sua vera rivale. Mi è piaciuto il momento in cui entrano l’una nella mente dell’altra, l’ho trovato suggestivo e davvero carico di “potere”.
Abra riceverà l’aiuto di Dan, incontrandolo finalmente di persona, dell’amico di quest’ultimo Billy e da John Dalton, che in definitiva è da sempre il suo pediatra. Collegamento indispensabile affinché Dan non sia fatto a fettine dai genitori della ragazzina.
Da qui verrà ingaggiata la “lotta finale” del cosiddetto bene contro il cosiddetto male, che finirà per consumarsi proprio dove un tempo sorgeva l’Overlook. Ma il cosiddetto bene in fondo non lo è poi completamente, visto il passato burrascoso di Dan e la luce spietata e vendicativa negli occhi di Abra. E il cosiddetto male finisce per far quasi pena, perché i personaggi che lo costituiscono sono veramente tristi. Anche se tristezza in senso positivo la riesce a ispirare solo Andi Serpente che, a causa delle ripetute violenze del padre durante l’infanzia, ha perso ogni sentimento e ogni umanità.
Del passato degli altri membri non sappiamo nulla, per cui li troviamo soltanto tristemente squallidi.
Come sempre non si racconta il finale, ma devo fare i miei più sentiti complimenti a Abra quando sceglie brillantemente di farsi rapire. Perché capire la frase “resta a casa della tua amica” non sembrava tanto difficile. Al lettore viene voglia di farle un applausone e di lasciare che si arrangi.
Nel finale, poi, ritroviamo per qualche attimo un personaggio che … non ci saremmo aspettati.
In definitiva direi un gran bel romanzo, magari non eccezionale come altri (Il Miglio Verde o It per fare un paio di esempi), ma come un degno libro di Stephen King e un degno seguito di Shining.
I personaggi sono stati caratterizzati bene, a partire da Dan, assistendo alla sua crescita (o forse rinascita) fino a vederlo finalmente liberarsi da tutti i suoi fantasmi, per arrivare a Abra, la ragazzina potente e legata al bene eppure spesso irritante come ogni ragazzina che si rispetti, fino a Rose Cilindro, la perfida stregaccia malefica che però prova paura e sgomento di fronte a quel che non può controllare.
L’unica cosa che, forse, il Signor King si poteva evitare era presentarci la buona Abra bionda e la cattiva Rose con i capelli neri. Insomma, un concetto un po’ trito e ritrito oltre che scontato.
Ma tutto è meglio dei cuoricini come separatori dei paragrafi.
Infine, sono contenta di aver ritrovato il vero Stephen King, che sa creare e analizzare ciò a cui dà vita in modo spietato e crudo, eppure emozionante.
Mi piace anche come ancora si sente il legame di Dan al padre, come questo, trovandosi alcolista come Jack, gli si senta in qualche modo vicino.
Anche se poi veniamo a conoscenza di un particolare che ci farà amare Jack Torrance ancora di meno, anche se … c’è un anche se.
Direi basta, dato che non vorrei rivelare nulla di più sulla storia in sé.
Ottima narrazione, ottimo intreccio e ottima suspense. In certi punti rallenta un po’, appesantendosi un filo, ma mai in modo significativo o esagerato.
Insomma, possiamo dire di esserci evitati il chiacchiericcio inutile di cui era esclusivamente composto Joyland.
Dunque un bentornato nel mondo degli scrittori capaci all’egregio Signor King. Se dovrà pubblicare ancora (non è per dire, ma superare i sessanta libri forse è un po’ esagerato per chiunque), speriamo rimanga su questa linea.
Voto finale: otto e via!

**

*lady in blue*

venerdì 20 febbraio 2015

L'uomo che ride (Victor Hugo)

Salve,
posso finalmente inziare a postare le mie recensioni dei libri letti nel 2014. E sì, lo ammetto, chino la testa colma di vergogna (:D:D), questi sono stati appena appena cinque. Contro i diciassette del 2013, signori ... qualcosa non va. Saranno magari stati i vari problemi (non risolti) legati al lavoro andato a farsi benedire, ma dopo il quinto testo m'è preso un blocco orripilante che, ancora adesso, fatico a estinguere come si deve, anche se almeno un paio di testi dall'inizio dell'anno li ho sfogliati. Per uno dei due, però, la recensione devo ancora prepararla. Mi sento male ... prima o poi mi deciderò, per ora pensiamo a postare questa.

Dato che ho una particolare propensione per Notre-Dame de Paris, ho deciso di provare a sfogliare qualcos'altro dell'autore (uno dei prossimi quattro testi la cui lettura è datata 2014 è sempre suo). Ammetto di non aver avuto la forza di arrivare alla fine de "I miserabili", anni fa, ma già non finiva più (un libro solo diviso in tre volumi. Non uno... tre!!), poi mi si parla del "sublime 14 luglio". Lì, giuro, l'ho chiuso di colpo ed è tanto che non gli abbia fatto fare un bel volo dalla finestra.
L'uomo che ride è un testo che, invece, nonostante la sua mole e i suoi momenti pensati, sono riuscita a portare fino in fondo.

Vi lascio alla mia recensione, spero come sempre che susciti qualche curiosità ;).



L'UOMO CHE RIDE
Di Victor Hugo
Un oceano di forze sconosciute fluttua
nell'oceano delle onde
e vedere nel mare solo una massa d'acqua
vuol dire non capirlo.

(Da pag.66 del testo)

La frase che ho scelto di citare di questo testo è senz'altro quella che più mi ha colpito fin dal primo momento, e che è rimasta la mia preferita di tutto il testo, tanto da ricordare senza alcuna difficoltà a che pagina trovarla, senza bisogno di segnarlo da qualche parte.
Il testo in sé non è certo semplice, né sempre avvincente o interessante, ma è una lettura da non trascurare.
Prima di addentrarci in questa storia, abbiamo due capitoli preliminari, dove il signor Hugo ci presenta inizialmente Ursus, un uomo vagabondo, mezzo filosofo, mezzo poeta, mezzo guaritore e mezzo saltimbanco, che girovaga insieme al suo lupo Homo, fedele come un cane e, poi, i comprachicos, grandissimi simpaticoni che compravano bambini dai poveri per trasformarli, mediante operazioni di cui i fanciulli non ricordano mai nulla, in fenomeni da baraccone.
Devo dire, in tutta sicurezza, che Ursus è stato fin dall'inizio il mio personaggio preferito della vicenda. All'apparenza burbero e sarcastico, sarà poi capace di grande affetto, senza però diventare per questo mieloso e antipatico.
Una volta data un'occhiatina a Ursus con il suo lupo e ai comprachicos, comincia la storia vera e propria. E questa inizia a Portland, nel 1690, quando uno strano gruppo di uomini e donne con un ragazzino si prepara a salpare in tutta fretta dal porto ma, infine, il bambino non verrà lasciato salire sulla nave.
A questo punto seguono capitoli diversi, che mostrano due punti di vista: quello degli uomini ormai in mare e quello del ragazzino rimasto a  terra.
Mi è piaciuta molto la parte relativa allo smarrimento nella notte di questo bambino di dieci anni che, al gelo, a piedi nudi, da solo, deve lottare per la vita e, senza quasi sapere che cosa stia facendo, avanza scontrandosi con i pericoli insidiosi della natura, disperato, eppure carico di forza e di volontà di vivere, anche se solo per istinto. Insieme al finale, questo è lo stralcio che ho preferito. E poi, come segnala il titolo di uno stesso paragrafo relativo a questa parte, le vie del dolore trovano altri fardelli, ed è così che il ragazzino trova, tra la neve, quella bimba adagiata sul petto della madre morta.
Nonostante lui sia perso, nonostante lui sia solo e disperato, prende la bimba con sé.
Alla fine, sarà la fortuna di imbattersi nella baracca di Ursus a salvare la vita di entrambi.
Ursus... che chiama il ragazzino bestia perché lui mangia la sua cena e la bimba beve il suo latte, ma che in fondo è contento di aver trovato una famiglia di cui occuparsi.
Ma sarà soltanto la mattina successiva che il vagabondo si accorgerà della deformazione facciale del bambino. E della cecità della bimba.
E' ufficiale: a Hugo piacciono tanto i personaggi deformi barra casi disperati.
Ma torniamo ai nostri amici salpati da Portland. Dobbiamo dire che i signori cari hanno scelto proprio una serataccia per mettersi in viaggio, dato che una bufera di neve non è il massimo per affrontare il mare. Di queste persone sappiamo che custodiscono un terribile segreto e che, quando si rendono finalmente conto di essere spacciati, nella speranza di redimersi lasciano questo segreto al mare, firmando una pergamena con la loro confessione, sigillata all'interno di una borraccia appartenuta a un loro vecchio compare che in quel momento è in carcere, chiamato Hardquannone che, più avanti, ritroveremo.
Comunque devo dire che ho trovato molto interessante e avvolgente la descrizione del mare e del naufragio, nonché della paura di morire di questi uomini, che infine si fa rassegnazione e li porta a liberarsi la coscienza dal peso di ciò che hanno fatto.
Proseguendo, ritroviamo invece Ursus e la sua nuova combriccola: Gwynplaine, il ragazzino di dieci anni giunto una notte d'inverno alla sua baracca, portatore di un'orribile deformazione del viso, la quale dà l'impressione che questo rida ininterrottamente; e Dea, la bimba cieca.
Ursus sa per certo che Gwynplaine non è nato con quella deformazione, bensì essa è stata creata sul suo viso e, dopo aver letto il capitolo preliminare sui comprachicos, il lettore non ha dubbi su ciò che è avvenuto al disgraziato.
In questa parte del romanzo ci vengono dunque presentati Gwynplaine e Dea e il modo in cui questi vivono con Ursus e Homo. Devo ammettere, in tutta sincerità, di aver trovato questa parte decisamente pesantella, più che altro a causa della descrizione dell'adorazione che Gwynplaine e Dea provano l'uno per l'altra, dato che, comunque, la storia fa subito un balzo in avanti di venticinque anni.
Non ho affatto amato Gwynplaine, perché nonostante la sua deformità fisica è un personaggio troppo idealizzato sotto l'aspetto morale, né ho amato Dea, perché in tutta onestà fa cadere le braccia; ma diciamo che in fondo è un bene che i due si adorino a questi livelli diciamo ... celesti. E' un bene per il finale ...
Ugualmente pesantella è la parte successiva, dove ci vengono presentati dei personaggi apparentemente fuori contesto ed estranei alla vicenda dei protagonisti: prima lord Clancharlie, un tempo Pari d'Inghilterra, uomo che a suo tempo aveva appoggiato la Repubblica e che, in seguito alla restaurazione della monarchia, era stato esiliato e, in esilio, saluterà il mondo. David Dirry-Moir, figlio illegittimo di quest'ultimo, unico erede del padre che non ha mai conosciuto. La duchessa Josiana, promessa sposa di lord David e sorella bastarda della regina Anna, che infine avrà il suo ruolo quasi-decisivo nella storia. Infine, l'egregio signor Barkilfedro (che io mi chiedo, come si è inventato sto nome l'autore? Vorrei tornasse in vita solo per spiegarmi questa cosa), un simpaticone al servizio di Josiana, il quale prova un odio incommensurabile verso quest'ultima tanto perché gli gira d'essere ingrato e invidioso (quel che pensa esattamente è facilmente rintracciabile nel paragrafo intitolato "Vampe che si vedrebbero se l'uomo fosse trasparente") e che è internamente consumato dall'idea e dal desiderio di tirarle un bel tiro mancino per disintegrarla. Avrà la sua occasione (o crederà d'averla), impiegato come addetto alla bella robaccia che il mare restituisce?
C'è una certa frase, nel parlare di uno di questi personaggi, che mi ha portato a domandarmi, quasi per scherzo "ma non sarà mica che ...?". Impressionante, perché ci ho azzeccato. Ma direi che, per gli altri, vale la solita frase leggere per scoprire.
Nel frattempo, che fanno Ursus e combriccola? I nostri eroi si esibiscono quotidianamente nel loro spettacolo di saltimbanchi, e Gwynplaine ha acquisito una certa fama con l'appellativo de "L'uomo che ride". Ursus ha messo su anche la sua bella opera personale, intitolata Il caos vinto e, grazie ai vari successi che la compagnia ottiene con a tutto ciò, Ursus decide di trasferirsi a Londra.
Qui succederà che un giorno, lord David (infiltrato tra il popolaccio e conosciuto da esso come Tom-Jim-Jack) porterà l'annoiata Josiana a vedere Gwynplaine e Il caos vinto. Succederà che la duchessa, per vincere la sua noia, si innamorerà dell'orrore che ispira Gwynplaine e vorrà incontrarlo in gran segreto. Succederà che anche Gwynplaine si sentirà attratto dalla duchessa, che lo desidera benché sia in grado di vederlo, e accadrà che Dea percepirà questa scomoda presenza e ne sarà gelosa. Accadrà però che Gwynplaine sarà poi obbligato a seguire quel misterioso uomo chiamato il Wapentake, colui che, se tocca con il suo bastone, bisogna seguire per forza senza fare domande, e che non si sa dove porti. Succederà che Ursus seguirà a distanza l'uomo che ormai è per lui come un figliolo e, con orrore, lo vedrà entrare in quell'oscura e spaventosa prigione.
Da qui, quel che accade lo lascio da scoprire per mezzo dell'eventuale lettura, ma devo ammettere che la maestria di Hugo nel tessere trame basate sul malinteso è notevole.
Questo è un libro che alterna momenti intensi, emozionanti e molto interessanti ad altri davvero lunghi e noiosi, superflui e ripetitivi (viene voglia di uccidere l'autore, se non fosse già morto, quando parte con i suoi l'abbiamo già detto o lo ripetiamo), ma questo è anche un romanzo che si dilunga molto sul contorno storico e sociale che fa da sfondo alla vicenda e, questo, non sempre risulta così interessante, soprattutto quando mi si propina vita, morte e miracoli dei Lords d'Inghilterra o mi si descrive per filo e per segno Il Campidoglio e quel che vi sta intorno.
Il finale del testo, però, ripaga di tutto. Buon vecchio Victor Hugo. Non so come questa conclusione sia considerata dagli altri lettori, ma io l'ho trovata davvero la più appropriata, anche se, c'è da dirlo, io sono di parte.
Sì, dalla parte delle mie amate tragedie.

Quindi, che dire per concludere? Un buon libro? Sì, anche se non eccezionale come Notre-Dame de Paris (benché anche questo abbia i suoi capitoli pesanti), ma devo dire che sarebbe stato da "alleggerire un po'". Buoni personaggi? Sì, ben caratterizzati, anche se quando si legge di Dea viene male tanto è angelica e adorante nei confronti di Gwynplaine, e Gwynplaine è troppo idealizzato.
Grandissimo personaggio è Ursus; lui, davvero, in qualche modo mi ha proprio colpito.
In definitiva, come voto finale, a questo romanzo darei un 7.

**

*lady in blue*

martedì 10 febbraio 2015

Thoughtless + Farther Away (Anywhere But Home)


Ciao a tutti, eccomi qui!

Dopo aver finalmente concluso con Fallen, è di nuovo "Evanescence Time". Andando con ordine, questa volta vado a pescare l'unico cd/dvd live pubblicato dalla band.
Significativo e originale il suo titolo: Anywhere But Home, ossia "Ovunque tranne che a casa", che dà sicuramente bene l'idea di quello che deve essere e rappresentare un tour mondiale dove per mesi e mesi si  viene sballottati a destra e sinistra per il globo.
Qui, come dicevo, la band inizia anche a subire i primi mutamenti, perché assistiamo all'allontanamento volontario del chitarrista e co-fondatore del gruppo Ben Moody avvenuto nell'ottobre del 2003, il quale sarà sostituito da Terry Balsamo (il rastone!!!).
La registrazione di questo cd/dvd si riferisce al concenrto del 25 maggio 2004, tenutosi allo Zenith di Parigi. Qui sono state riprodotte tutte le canzoni di Fallen eccetto Hello (che come dicevo nello scorso post sulla band, non è mai stata suonata dal vivo) e, oltre a queste (fondamentalmente credo per tappare i buchi, perché basando un esibizione su un unico album questa finisce per essere troppo corta), troviamo una cover e due brani inediti. Sì, lo so, la scorsa volta avevo accennato che questi ultimi sarebbero stati tre e effettivamente saranno tre quelli che tratterò ma, l'ultimo, non fa parte del concerto: Missing, infatti, si presenta come ultima traccia del cd, ed è un brano registrato in studio; una bonus track.
Ma cominciamo subito con la presentazione dell'album, ecco la copertina e la tracklist: 

Tracklist:

  • Haunted
  • Going Under
  • Taking Over Me
  • Everybody's Fool
  • Thoughtless
  • My Last Breath
  • Farther Away
  • Breathe No More
  • My Immortal
  • Bring Me To Life
  • Tourniquet
  • Imaginary
  • Whisper
  • Missing (Bonus Track)

Suggestivo l'occhio circondato dai rovi, vero? Insomma, a me come immagine piace molto. L'aspetto dark caratteristico della band sarà ripreso notevolmente all'interno dell'esibizione, lo si potrà notare facilmente dall'abbigliamento e pettinatura di Amy, molto molto in stile gothic. 

La prima delle quattro tracce di questo album che andrò a trattare è l'unica cover che vi è presente all'interno. Dico fin da subito che non ho mai ascoltato la versione originale di questa canzone, che appartiene alla band "Korn" che, per quel poco che mi è capitato di sentire, non mi piace per niente. La versione degli Evanescence mi piace molto, sarà perché (come nel caso di Tourniquet) la voce di Amy conferisce alla canzone un sound che la rende decisamente migliore del suo corrispettivo originale. Certo, come dicevo, non ho mai ascoltato la Thoughtless dei Korn ma, chissà perché, sono sicura che non mi piacerebbe; si potrebbe dire che non ho mai avuto il coraggio. 
Una piccola curiosità a proposito di questa canzone prima di lasciarvi al testo e alla sua riproduzione, tanto per farsi qualche risata: pare (stando alla notizia riportata nella pagina di Wikipedia dell'Evanescence Reference) che una coppia di amorevoli genitori che aveva acquistato il suddetto cd/dvd per la figlia tredicenne, abbia fatto un casino inimmaginabile (leggasi causa legale intentata contro la multinazionale americana da cui avrebbero comprato l'album) perché ... rullo di tamburi ... proprio nel testo di Thoughtless è presente la parola "fuck" e, sul cd/dvd, non è stata applicata alcuna etichetta di Parental Advisory per segnalare la cosa. Insomma, vogliamo che una ragazzina di tredici anni senta dire la parola "fuck"? Manonscherziamo, non vorremmo mai che ne fosse traumatizzata a vita :D:D:D:D. Maddai, certa gente che si fuma? 
A parte ciò, si riconosce subito che il brano, in realtà, non è degli Evanescence; senza considerare il "fuck", anche il resto del testo non è esattamente "delicato", tutt'altro. E' una canzone di odio, di vendetta e non nasconde una certa dose di violenza. Da questre strofe, però, possiamo capire chiaramente che quest'odio e questa violenza non vengono fuori dal nulla, ma nascono dalla rabbia per qualcosa che si ha subito. Insomma, è la canzone perfetta da dedicare a chi ci sta sulle palle o anche a chi cerca di scagliarsi contro di noi per mezzo di "sconsiderati (thoughtless, appunto) intrighi". 
E' una canzone tosta, bisogna dirlo e, benché non abbia mai ascoltato la versione dei Korn, posso dire che mi piaccia molto. Mi dà tanto l'idea che parli di una persona ben capace di farsi rispettare :D.

Questa volta, disgraziatamente, mi tocca inserire soltanto il link che riconduce al video di questa canzone. Dato che sto parlando specificatamente di Anywhere But Home mi sembra assurdo postarne uno relativo a un altro concerto e, purtroppo, l'opzione video del blog non mi dà modo di caricare la pagina di YouTube relativa al video che voglio.
Va beh, la si può comunque ascoltare qui: Thoughtless-Evanescence-Live In Paris 2004

Lyrics:



THOUGHTLESS (SCONSIDERATI)

 [Originally by Korn]

All of my hate cannot be found (Tutto il mio odio non può essere trovato)
I will not be drowned (Non verrò affogata)
By your thoughtless scheming (Dai tuoi sconsiderati intrighi)
So you can try to tear me down (Quindi puoi cercare di distruggermi)
Beat me to the ground (Sbattimi a terra)
I will see you screaming (Ti vedrò urlare)

Thumbing through the pages of my fantasies (Sfogliando le pagine delle mie fantasie)
Pushing all the mercy down, down, down (Spingendo la pietà giù, giù, giù)
I wanna see you try to take a swing at me (Voglio vederti provare a darmi un pugno)
Come on (Avanti)
Gonna put you on the ground, ground, ground (Ti metterò a terra, terra, terra)

Why are you trying to make fun of me? (Perché stai cercando di prenderti gioco di me?)
You think it's funny? (Pensi che sia divertente?)
What the fuck you think it's doing to me? (Che cazzo pensi che mi stia facendo?)
You take your turn lashing out at me (Continui a scagliarti contro di me)
I want you crying (Voglio che tu pianga)
When you're dirty ass in front of me (Con il tuo culo sporco davanti a me)

All of my hate cannot be found (Tutto il mio odio non può essere trovato)
I will not be drowned (Non verrò affogata)
By your thoughtless scheming (Dai tuoi sconsiderati intrighi)
So you can try to tear me down (Quindi puoi cercare di distruggermi)
Beat me to the ground (Sbattimi a terra)
I will see you screaming (Ti vedrò urlare)

Thumbing through the pages of my fantasies (Sfogliando le pagine delle mie fantasie)
I'm above you, smiling at you, (Sono sopra di te, ti sorrido)
Drown, drown, drown (Affoga, affoga, affoga)
I wanna kill and rape you (Voglio ucciderti e violentarti)
The way you raped me (Nel modo in cui tu hai violentato me)
And I'll pull the trigger (Premerò il grilletto)
And you're down, down, down (E tu andrai giù, giù, giù)

Why are you trying to make fun of me? (Perché stai cercando di prenderti gioco di me?)
You think it's funny? (Pensi che sia divertente?)
What the fuck you think it's doing to me? (Che cazzo pensi che mi stia facendo?)
You take your turn lashing out at me (Continui a scagliarti contro di me)
I want you crying (Voglio che tu pianga)
When you're dirty ass in front of me (Con il tuo culo sporco davanti a me)

All of my hate cannot be found (Tutto il mio odio non può essere trovato)
I will not be drowned (Non verrò affogata)
By your thoughtless scheming (Dai tuoi sconsiderati intrighi)
So you can try to tear me down (Quindi puoi cercare di distruggermi)
Beat me to the ground (Sbattimi a terra)
I will see you screaming (Ti vedrò urlare)

All my friends are gone, (Tutti i miei amici se ne sono andati)
They died (Sono morti) ) (*)
They all screamed, and cried (Tutti hanno urlato, e pianto) 
I'm gonna take you down (Ti abbatterò)

Gonna take you down (Ti abbatterò)
Gonna take you down (Ti abbatterò)
Gonna take you down (Ti abbatterò)

All of my hate cannot be found (Tutto il mio odio non può essere trovato)
I will not be drowned (Non verrò affogata)
By your thoughtless scheming (Dai tuoi sconsiderati intrighi)
So you can try to tear me down (Quindi puoi cercare di distruggermi)
Beat me to the ground (Sbattimi a terra)
I will see you screaming (Ti vedrò urlare)

All of my hate cannot be found (Tutto il mio odio non può essere trovato)
I will not be drowned (Non verrò affogata)
By your thoughtless scheming (Dai tuoi sconsiderati intrighi)
So you can try to tear me down (Quindi puoi cercare di distruggermi)
Beat me to the ground (Sbattimi a terra)
I will see you screaming (Ti vedrò urlare)
 



(*) Trovo che questo verso abbia un non so che di inquietante. Tutti i tuoi amici sono morti? Ommamma, li avrai mica fatti fuori tu? O_O

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E ora proseguiamo, e passiamo a Farther Away. Se non sbaglio questa canzone avrebbe dovuto far parte di Fallen, ma poi fu esclusa. Non mi dispiace, anche se magari non fa parte esattamente delle mie preferite, però non si può dire che non la ascolti piacevolmente.
Come testo, forse, troviamo un argomento già trattato in precedenza: in qualche modo si è stanchi di ciò che si è diventati, di ciò che si rappresenta e si cerca rifugio in qualcun altro, qualcuno che, però, si vede soltanto "più lontano". Di questa canzone, devo dire, mi piace molto e soprattutto la prima strofa.

Per il video, stesso discorso del precedente: Farther Away-Evanescence-Live in Paris 2004

Lyrics:



FARTHER AWAY (PIU’ LONTANO)

I took their smiles and I made them mine. (Ho preso i loro sorrisi e li ho fatti miei)
I sold my soul just to hide the light. (Ho venduto la mia anima solo per nascondere la luce)
And now I see what I really am, (E ora vedo ciò che sono veramente)
A thief, a whore, and a liar. (Una ladra, una puttana, e una bugiarda)
I run to you, (Corro verso di te)
(And run away from this hell) (E scappo da questo inferno)
Call out your name, (Chiamo il tuo nome)
(Giving up, giving in) (Rinunciando, cedendo)
I see you there, (Ti vedo lì)
(Still you are) (Sei ancora)
Farther away. (Più lontano)

I’m numb to you – (Sono insensibile a te)
Numb and deaf and blind. (Insensibile, sorda e cieca)
You give me all but the reason why. (Mi hai dato tutto tranne una spiegazione)
I reach but I feel only air at night. (Mi allungo ma sento solo l’aria nella notte)
Not you, not love, just nothing. (Non tu, non l’amore, solo niente)
I run to you, (Corro verso di te)
(And run away from this hell) (E scappo da questo inferno)
Call out your name, (Chiamo il tuo nome)
(Giving up, giving in)(Rinunciando, cedendo)
I see you there, (Ti vedo lì)
(Still you are) (Sei ancora)
Farther away. (Più lontano)

Try to forget you, (Cerco di dimenticarti)
But without you I feel nothing. (Ma senza di te non sento niente)
Don't leave me here, by myself. (Non lasciarmi qui, da sola)
I can't breathe. (Non riesco a respirare)
I run to you, (Corro verso di te)
(And run away from this hell) (E scappo da questo inferno)
Call out your name, (Chiamo il tuo nome)
(Giving up, giving in) (Rinunciando, cedendo)
I see you there, (Ti vedo lì)
(Still you are) (Sei ancora)
Farther away. (Più lontano)

Farther away (Più lontano)
Farther away (Più lontano)
Farther away (Più lontano)
Farther away (Più lontano)
Farther away (Più lontano)
 


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*lady in blue*