III
INCONTRO CON
L'OCCULTO
Ovviamente, Gloria non le fece alcunché. Si limitò ad
aiutarla a svestirsi, le prestò degli indumenti caldi e puliti, le mise addosso
una coperta, le diede del paracetamolo e le preparò una camomilla. Infine la
fece stendere sul proprio letto e lasciò che si addormentasse.
Come sempre, Helen sognò nuovamente lo scheletro.
Passò tre giorni con la febbre, al termine dei quali
ringraziò la sua compagna di stanza e si scusò con lei per il comportamento
assurdo che aveva adottato quella prima sera. Le disse che aveva ricevuto una
brutta notizia a proposito della famiglia, che per questo motivo era sconvolta
ed era rimasta tutto il giorno sotto la pioggia, prendendosi l'influenza.
Gloria sembrò capire e non le pose troppe domande. Le chiese soltanto se la
questione in famiglia si fosse risolta o se fosse tanto grave. Helen aveva
risposto che andava meglio, anche se al primo momento aveva temuto fosse
qualcosa di peggio. Gloria si rassicurò alle sue parole. Helen era certa di
averle dato un bello spavento con la sua scenetta da pazza, ma ora aveva soltanto
fretta di togliersi di torno la sua apprensione. Doveva cavarsela da sola in
quella situazione, e nessuno doveva essere coinvolto.
Solo dopo quei tre giorni aveva visto la risposta di Sarah
al suo messaggio. Va bene. Le diceva concisa. Forse c'era rimasta
male, anzi, sicuramente. E aveva tutte le sue buone ragioni perché così fosse,
ma Helen aveva altre priorità al momento.
Si era resa conto di quanto fosse stata stupida e impulsiva
nel credere che chiunque potesse star tramando per farle del male; in quel modo
avrebbe soltanto finito per procurarsene da sola. E poi non era un pensiero
plausibile.
Non che lo fosse quello che le era saltato in mente a
seguito del suo primo risveglio senza febbre. Lo scheletro le si presentava
ogni notte, senza tregua, e se l'interpretazione dei sogni non l'aveva aiutata,
e lo stesso era valso per tutte le altre ricerche, forse doveva affidarsi a
qualcuno.
Qualcuno esperto a proposito dell'occulto.
Helen aveva sempre riso di certe cose, trovandole patetiche
oltre che assurde e comiche, ma aveva deciso di tentare il tutto per tutto per
scoprire che cosa l'affliggesse nel profondo.
Non poteva credere di avere davvero la morte alle calcagna,
sarebbe stata una soluzione troppo semplice. E inaccettabile.
Helen voleva continuare a vivere, e anche liberarsi della
sua ossessione. Voleva tornare a essere la persona audace e forte di sempre.
Aveva trovato quel contatto su internet. Sogni
ricorrenti? Ossessioni? Paura di perdere il controllo? E' arrivato il momento
di incontrare Madame Luna Calante. Tutto troverà senso tra i misteri
dell'occulto. Helen non aveva potuto crederci quando si era vista prendere
un blocco di carta e segnarvi sopra numero di telefono e indirizzo. Sulla sua
scrivania, c'era anche il foglio compromesso dalla pioggia sul quale aveva
tracciato una riproduzione dello scheletro. Gloria l'aveva riposto nella sua
stanza dopo averla messa a letto, tre giorni prima e, a giudicare da com'era
piegato, non l'aveva aperto. Helen l'aveva fatto in quel momento: la carta si
era bucata in più punti per via del bagnato e un angolo era andato perduto, ma
per il resto il foglio era integro. Soprattutto, lo era il disegno. Lo
scheletro era ancora perfetto, i tratti della grafite erano rimasti come appena
fatti. Helen si era domandata se non potesse trattarsi di un segno.
Subito il giorno seguente aveva telefonato al numero di Madame
Luna Calante e aveva preso un appuntamento con lei per la settimana
successiva. La voce che le aveva risposto al telefono era calma e pacata, vellutata
e soave, eppure le aveva dato i brividi. Quando quell'incubo fosse finito,
probabilmente ci avrebbe riso su, come era solita fare normalmente.
Per tutta la settimana, lo scheletro aveva continuato a
infestare le sue notti. Di giorno, invece, non faceva altro che pensare al suo
prossimo incontro con la chiromante. Immaginava una figura vestita di nero,
oppure di rosso, dalle lunghe unghie smaltate (anch'esse degli stessi colori
del probabile abito) e dagli occhi penetranti. Si domandava che cosa avrebbe
provato in sua presenza, se finalmente qualcosa sarebbe venuto alla luce. Nel
contempo, però, si malediceva anche, perché non poteva credere di essere giunta
a prendere in considerazione il sovrannaturale; lei che non ci aveva mai
creduto. Eppure, la vita può riservare infinite sorprese, a seconda dei casi.
Si ripromise di non giudicare più nessuno a prescindere
dalle sue idee formulate a mente fredda, perché quando si è sotto
pressione, tutto assume diverse forme. E uno scheletro che tornava tutte le notti,
non era una forma rassicurante.
Comunque fosse, durante quell'ultima settimana, si era
sforzata di riprendere a frequentare le lezioni. Non che vi prestasse troppa
attenzione; generalmente fingeva di prendere appunti e di seguire la
spiegazione, ma almeno la sua presenza non avrebbe fatto sorgere strani
sospetti tra i compagni di corso o i professori. Quando fosse arrivato il
momento di sostenere un esame, ci avrebbe pensato.
In quei giorni aveva ricevuto un paio di telefonate da
parte di sua madre, preoccupata ma rassegnata per il fatto di non sentirla mai.
Helen si era sforzata di rassicurarla perché non le desse noia. Non voleva
assolutamente che sua madre si accorgesse che c'era qualcosa che non andava,
altrimenti sarebbe stata finita. Le aveva promesso che appena avesse potuto
sarebbe tornata a casa. Al contrario non aveva più avuto notizie di Sarah e,
per questo, era stata segretamente grata a sua sorella. Quando fosse stato
tutto passato sarebbe tornata da lei; ma quello non era il momento.
Infine, il giorno prestabilito per l'incontro con la
cartomante giunse. Helen si armò di coraggio e di fede e raggiunse il suo covo;
o il suo ufficio, come lo chiamava Madame
Luna Calante, dandosi così un'aria più professionale. Helen dovette
attraversare buona parte della città per raggiungerlo; sui mezzi pubblici era
arrivata a provare un tale stato d'angoscia che non riusciva assolutamente
a restare ferma e seduta. Aveva addirittura notato qualcuno che la guardava
basito, mentre lei continuava a sospirare e a spostare il peso
nervosamente da una gamba all'altra, passandosi anche continuamente una mano
tra i capelli. A tratti si mordeva anche le unghie e le pellicine.
Doveva ammettere con se stessa di aver definitivamente dato
l'addio al suo autocontrollo, e la sensazione non era piacevole. Si diceva
soltanto che voleva che quell'incubo finisse, comunque dovesse andare. Era
stufa di provare quell'ansia.
Infine, nonostante il viaggio fino a destinazione le fosse
sembrato infinito, raggiunse l'ufficio di Madame Luna Calante.
Aveva immaginato un luogo dall'aspetto molto più esoterico
e sinistro, e invece si stupì dell'aria quasi naturale che si respirava in
quella stanza. Il luogo si trovava al secondo piano di un palazzo vecchio, ma
non fatiscente, e la sala d'attesa poteva addirittura dirsi accogliente. Le
luci soffuse erano rilassanti, l'odore d'incenso piacevole e non soffocante.
Non erano presenti strani simboli dal dubbio significato, ma soltanto delle
poltrone in simil velluto viola e un basso tavolino con degli opuscoli sul tema
dell'occulto sparsi su di esso. Le pesanti tende rosse erano chiuse, ma questo
non era un particolare che infastidisse Helen. Anche perché, al contrario, la
luce del sole avrebbe compromesso l'atmosfera creata da quella artificiale,
flebile e avvolgente.
Per ingannare il tempo, Helen sollevò dalla superficie del
tavolo uno degli opuscoli. Il suo titolo era Il potere segreto della mente.
Una frase del genere non solo un tempo non l'avrebbe mai impressionata, ma
l'avrebbe anche spinta ad accartocciare l'opuscolo e a lanciarselo alle spalle.
Invece quella volta lesse tutto dall'inizio alla fine, e con molto interesse.
Fu proprio quando raggiunse l'ultima frase che, come se fosse stata spinta da
un tempismo che andasse oltre la semplice casualità, Madame Luna Calante
la chiamò. Helen cacciò nella borsa l'opuscolo e si alzò in piedi.
Madame Luna Calante aprì
la porta del suo studio e la invitò a entrare. L'odore d'incenso di fece più
intenso quando Helen oltrepassò la porta. Eppure se ne sentiva avvolta.
Su invito della chiromante, Helen si sedette al tavolo
rotondo coperto da una lunga tovaglia verde, che recava su di sé tre candele
accese e un mazzo di carte per i tarocchi voltate al contrario. Sul retro delle
carte era raffigurato un rovo che formava dei circoli intorno a un sole e a una
luna.
Helen si impose di ritrovare la compostezza (e con essa la
dignità) e restò immobile a osservare Madame Luna Calante mentre
questa prendeva posto di fronte a lei, sedendosi con grazia. Al contrario di
ciò che aveva pensato, la chiromante non era vestita né di nero né di rosso, ma
di azzurro, e le sue unghie erano candide. I capelli erano di un biondo
leggermente più scuro di quello di Helen. Gli occhi scuri erano sicuramente
penetranti, ma non suggestivi.
La chiromante sorrise a Helen come per
incoraggiarla. Helen si sentiva fuori posto in quel luogo che non
aveva mai fatto per lei, ma si disse che, una volta per tutte, doveva trovare
un senso a quel che stava succedendo per non uscire pazza.
Con un sospiro, rispose al sorriso di Madame Luna
Calante.
<<Eccoci, cara>> cominciò questa dando
riprova della sua voce soave e carezzevole <<parlami del problema
che ti affligge, vedrai che insieme troveremo un significato e niente sarà
più così buio>> proseguì sporgendosi sul tavolo e prendendo tra le sue
una delle mani che Helen aveva appoggiato al bordo del tavolo. Così Helen si
fece forza, e le raccontò del suo sogno che ricorreva da due mesi. Era la prima
volta che ne parlava con qualcuno ad alta voce e, se da un lato l'affare la
faceva sentire a disagio, dall'altro le diede un certo senso di serenità,
perché era come liberarsi poco a poco di un enorme peso.
La chiromante ascoltò attentamente senza scomporsi, e ogni
tanto annuiva. Si espresse soltanto quando Helen terminò il suo racconto:
<<Non preoccuparti, cara>> le disse in tono amichevole <<la
situazione è difficile e misteriosa, ma noi saremo in grado di districarla e
farvi sopra luce. Ora consultiamo le carte>> e, mentre lo affermava,
prese in mano i tarocchi e iniziò a mischiarli tra di loro.
Helen si domandò per quale motivo Madame Luna Calante parlasse
sempre al plurale, quasi lavorasse con qualcun altro, oppure come se anche lei
fosse implicata nelle arti occulte tanto da dover avere la sua parte nella
scoperta dell'arcano.
Helen voleva soltanto che le fosse detto da dove venisse
quello scheletro e che cosa volesse, non diventare un'esperta di stregoneria o
di qualunque altra cosa fosse.
Convincendosi a non pensarci osservò Madame Luna
Calante estrarre la prima carta dal mazzo.
Il Carro. Lesse
Helen. E la scritta era rivolta verso di lei, questo significava che la carta
era al rovescio. Non conosceva granché di tarocchi, per l'appunto aveva sempre
trovato stupide e patetiche certe cose, ma per sentito dire sapeva che alcune
carte, se pescate al contrario, potevano assumere significati negativi. Helen
osservò la cartomante con sguardo interrogativo. Il volto di quest'ultima non
tradiva la minima emozione.
<<Che significa?>> domandò la ragazza tentando
di apparire tranquilla. A dire la verità, però, non lo era affatto.
<<Il Carro rovesciato non deve preoccuparti,
cara>> iniziò serena Madame Luna Calante <<il suo
significato è negativo, ma non c'è motivo di temere>>. Helen la guardò
senza capire. Da un lato provò l'impulso di andarsene e lasciare a metà quella
seduta, che tanto le era estranea, ma non riusciva per niente ad alzarsi dalla
sedia, né a staccare gli occhi dalla carta raffigurante il Carro.
<<Questa carta mostra semplicemente la difficoltà di
superare una situazione complessa, unita alla perdita del controllo>>
spiegò la chiromante <<il tuo sogno ricorrente ti ha fatto perdere i tuoi
punti fermi, ti ha messo in difficoltà, portandoti in un modo troppo oscuro per
te>> continuò. Helen annuì, sicura di aver compreso dove volesse
arrivare.
<<Ma il Carro ci sta anche dicendo che questa
situazione va affrontata, anche se non sarà facile>> e, detto questo, la
donna in abito azzurro estrasse un'altra carta dal mazzo.
Ancora una volta questa era rovesciata, infatti Helen ne
lesse il nome sul fondo che le si mostrava proprio sotto il naso. Rappresentava
un vecchio che reggeva con una mano una lanterna e con l'altra un lungo
bastone. Si chiamava L'Eremita.
<<Anche questa è negativa?>> chiese Helen, che
cominciava a divenire insofferente e apprensiva. Le sembrava che quella seduta
si stesse svolgendo troppo lentamente e, soprattutto, che non avrebbe portato a
niente.
<<Può darsi, cara>>.
Quel cara stava cominciando a darle sui nervi.
<<Questa carta è una chiara continuazione di quella
che ci si è mostrata in precedenza. Il loro significato è ancora vago, ma tutto
indica che dovrai affrontare delle prove, e che non sarà facile trovare una
soluzione, potrebbe volerci del tempo, e tu dovrai avere pazienza e
perseveranza>> ancora una volta, il tono di Madame Luna Calante
era molto pacato e leggero, quasi apatico.
Helen stava cominciando a perdere la pazienza, ma sopportò.
Uscirono altre tre carte dopo il Carro e l'Eremita, il cui
significato le era sempre oscuro, ma tentò di star dietro alle spiegazioni
dell'esperta. Si trattò di quella del Matto, che si mostrò per il
verso giusto, e che, stando all'interpretazione di Madame Luna Calante, stava
a significare che avrebbe dovuto affrontare gli avvenimenti per quello che
erano, con più leggerezza e serenità. La carta indicava chiaramente che tutto
si sarebbe potuto risolvere, stava soltanto a Helen scegliere la via giusta per
far fronte alle difficoltà.
Seguì L'appeso, che indicava il prossimo arrivo di
avvenimenti importanti, e poi la
Luna. Anche questa carta fu estratta dal verso giusto,
ma pareva che, in questo caso, la sua positività subisse dei danni anziché
esserne esente. La Luna diritta
indicava una realtà falsa, sotto la quale scavare per raggiungere la
verità, che avrebbe potuto non essere rosea, e crearle delle difficoltà.
Inoltre, la Luna
indicava palesemente anche l'illusione e la notte, luoghi onirici e
irreali dove probabilmente questa verità risiedeva.
La chiromante disse a Helen che si accingeva quindi a
estrasse l'ultima carta dal mazzo. Helen non si sorprese, ma sobbalzò comunque,
quando le fu mostrata la carta della Morte. Non tanto per quella
parola, che però lesse sottosopra (indice che la carta era uscita dritta), ma
per la figura. Gli scheletri avevano iniziato a starle veramente odiosi, e non
ne sopportava più la visione. Le sembrava che la perseguitassero.
<<La carta della Morte?>> domandò
fingendosi sorpresa. <<Significa mutamento. Qualcosa di nuovo sta
sorgendo all'orizzonte, cara. E dovrai impegnarti per analizzarlo e
affrontarlo>> fu la vaga risposta di Madame Luna Calante.
A Helen la cosa proprio non andava giù. No, non funzionava.
<<Non mi sembra che le carte siano molto precise, io
vorrei capire l'origine del mio sogno ricorrente, non perdermi in un mucchio di
frasi assurde sui cambiamenti e sui carri capovolti. Insomma, sto cercando di
venirne a capo, non di finire più confusa di prima>> esclamò con stizza,
e quasi si alzò in piedi.
Madame Luna Calante le
intimò tranquillamente di tornare a sedersi, di rilassarsi, promettendole che
le avrebbe spiegato ogni cosa. Helen fece un profondo respiro e si impose si
riprendere il controllo. Solo per cinque minuti, se non fosse saltato fuori
nulla di utile se ne sarebbe andata e, perché no, avrebbe potuto fare un po' di
casino nello studio della chiromante per lasciare un segno del suo infuriato
passaggio.
<<Quindi?>> sbottò impaziente. <<Le carte
sono misteriose, è vero, ma analizzandole la situazione si fa molto più
cristallina, cara>>.
Chiunque, da quel momento in avanti, l'avesse chiamata cara
sarebbe certamente incorso nella sua ira.
Helen sollevò le sopracciglia come a voler incitare la
chiromante a proseguire.
<<Dovrai lottare. C'è qualcosa che ti insegue. Non
per farti del male, ma per rivelarti un segreto, o per mostrarti una via che,
da sola, non riesci a prendere in considerazione>> Helen si rilassò a
quelle parole, e cominciò anche a ritrovare l'interesse per la questione.
<<È il potere della tua mente che
agisce e, si sa, la mente è molto più forte quando dormiamo>> proseguì Madame
Luna Calante. Helen ricordò l'opuscolo che aveva infilato nella borsa,
intitolato appunto Il potere segreto della mente.
<<E dove posso incontrare questo qualcosa che
mi insegue? Come faccio a trovarlo?>>
<<Si nasconde nella notte. Devi andargli incontro da
sveglia, e sarà lui a guidarti. Segui gli indizi del tuo sogno e lo troverai.
Purtroppo non vedo altro>>.
Helen immagazzinò quelle parole.
Cinque minuti dopo stava già lasciando lo studio di Madame
Luna Calante, lanciando un'ultima occhiata alla carta della Morte ancora
posata sul tavolo. Lo scheletro del suo sogno, lo scheletro che, forse, la
cercava per rivelarle qualcosa.
Aveva già preso la sua decisione quando salutò la
chiromante, e non si pentiva di avervi fatto visita.
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*lady in blue*